Alex: “Mi dispiace di averti insultato, non era mia intenzione
offenderti.”
Morte: “Accetto le tue scuse.”
Alex: “Morte, posso farti una domanda?”
Morte: “Sì, certamente.”
Alex: “Come stabilisci quando è giunta l’ora di portare
qualcuno con te?”
Morte: “Non lo stabilisco io, lo so e basta. Mi vibrano le ossa
e sento una forte energia dentro di me, specialmente quando assumo queste
sembianze.”
Alex: “Cosa intendi dire? Non hai sempre questa forma?”
Morte: “No, sono mutevole e del tutto soggettiva. C’è chi mi
vede come una luce, chi mi identifica come una donna, gli animali mi vedono
come il proprio predatore o come proprio simile. Molto spesso gli esseri
viventi immedesimano in me le angosce più profonde del loro animo. Tu mi vedi come
una figura scheletrica e tetra perché la scomparsa della tua amica ti ha fatto
soffrire e ne sono io la causa. Certamente non potresti vedermi come una dolce
e paffutella signora.”
Alex: “Hai ragione… Sei arrivata improvvisamente e hai portato
con te una ragazza sana con una lunga vita di avventure davanti a sé. Cerca di
comprendere il mio dolore e la mia rabbia… Parlando di te, quindi, hai
affermato che i tuoi tratti somatici dipendono dalla percezione che abbiamo noi
di te, sei un po’ come Tata Matilda!”
Morte: “Chi?”
Alex: “Lascia stare, cose da umani, suppongo… Morte, Seneca
diceva che moriamo ogni giorno, che tu sei nel nostro passato, alle nostre
spalle. È vero? Sei sempre con noi?”
Morte: “Seneca… ricordo ancora il giorno in cui lo portai con me,
fu lui a chiamarmi. Sì, io sono ovunque, accompagno l’uomo fino al suo ultimo
istante.”
Alex: “Perché ci segui nel corso della nostra vita?”
Morte: “Colleziono i vostri ricordi più belli. Ve li mostro
durante l’ultimo respiro. L’ultima scintilla di vita negli occhi di un essere
vivente mi fa sempre commuovere.”
Alex: “Ero nei ricordi di Phoebe?”
Morte: “Eri quasi sempre lì, al suo fianco. Sei una brava
persona, d’altronde come lo è stata lei. Potrà sembrarti strano, ma imparo
molto da voi umani, anche se non sempre comprendo i meccanismi che regolano la
Vita. Non capisco perché teniate così tanto ai vostri beni materiali. Avete la
possibilità di entrare in contatto con il mondo che vi circonda. Le relazioni
che intraprendete sono di quanto più prezioso avete e ve ne accorgete quasi
sempre solo quando il mio arrivo è vicino. Sapete che un giorno arriverò,
eppure mi rinchiudete in un angolo buio della vostra mente, nelle cose da
dimenticare.”
Alex: “Abbiamo paura che un giorno la frenesia del vivere,
sia sostituita dall’immobilità che tu porti. È un qualcosa che paralizza
completamente il pensiero razionale.”
Morte: “No, non credo che la vostra sia paura di me. Il vostro
timore più grande è che io vi faccia rivalutare il modo in cui state vivendo,
che vi faccia ripensare alle scelte sbagliate. Dovreste approfittare del fatto
che io sia lì, in un futuro prossimo, e decidere di dare un significato
profondo ad ogni istante della vostra esistenza. La paura è una scusa.”
Alex: “Credo che in parte tu abbia ragione, ma il mistero
che ti avvolge non è sicuramente tranquillizzante. Per esempio, si prova dolore
al momento della morte?”
Morte: “È complesso rispondere a questa domanda, considerando
che io non ho mai provato realmente tale emozione. In ogni caso, credo di no.
La mia impressione è che proviate rilassatezza, quasi come se il mio arrivo sia
un sollievo.”
Alex: “Dopo di te invece cosa c’è?”
Morte: “Sicuramente non una immobilità eterna, come hai affermato
tu precedentemente. È un viver diverso, certamente non comprensibile da chi è
vivo, così come è difficile per un morto ricordare i meccanismi della sua vita
passata.”
Alex: “È ingiusto non poter conoscere il dopo vita… Morte,
ho ancora due domande, poi non ruberò altro del tuo tempo o, come è meglio
dire, consumare altro del mio… Perché siamo stati creati in modo tale che un
giorno il nostro tempo finisca, chi ha legato inevitabilmente il tuo destino al
nostro?”
Così la Morte sorrise mestamente ad Alex. Il suo tempo con
lei era ormai terminato.
La salutò dicendo: “È stato piacevole parlare con te, ma ora
è giunto il momento della mia dipartita. Quando ci rivedremo potrò rispondere alle
tue domande.”
Così Alex la guardò e fu improvvisamente avvolta da un
leggero torpore, fino ad addormentarsi.
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