Visualizzazioni totali

venerdì 20 marzo 2020

Viaggio della Morte nella letteratura latina e italiana. Parte 1

Nel corso della storia l’uomo è stato sempre affascinato dalla misteriosa Morte e proprio per questo a lei sono dedicate molte riflessioni e opere letterarie.
Nella tradizione latina e italiana si annoverano numerosi intellettuali che hanno trattato la questione della morte. Di seguito è riportato un breve e parziale excursus dell’utilizzo della parola “morte” nella nostra tradizione letteraria.
L’oratore Cicerone fu uno dei primi a parlare nel mondo latino della morte come evento di passaggio ad una esistenza migliore per chi ha compiuto nobili atti in vita. Il “De re publica”, per esempio, si chiude con un dialogo, il “Somnium Scipionis”, nel quale Scipione l’Africano compare in sogno a Scipione l’Emiliano e dopo avergli rivelato la bellezza e l’armonia delle sfere celesti, gli mostra la via Lattea, luogo di beatitudine riservato a coloro che hanno operato per il bene della patria.
In seguito, ritroviamo nel “De rerum Natura” di Lucrezio ritroviamo una visione del tutto razionale . parla della comune paura della morte degli uomini facendo riferimento alla teoria della mortalità dell’“animus”. L’atto della morte viene identificato con il momento nel quale l’uomo perde ogni tipo di capacità percettiva, concetto che Lucrezio apprende dalla filosofia epicurea e che arricchisce attraverso la sua opera. La morte è, quindi, ciò che disgrega il corpo e dopo la quale la materia abbandona definitivamente il suo essere nella vita precedente.
La Morte viene citata spesso anche da Virgilio in varie opere e, seppure ispirandosi a Lucrezio, egli vive questo tema con forte coinvolgimento emotivo. Nelle “Bucoliche”, più precisamente nella X ecloga si narra della poesia come antidoto della morte; nelle “Georgiche” Virgilio parla della moria degli animali durante la peste di Norico e dell’infelice storia di Orfeo ed Euridice, in cui “eros” e morte sono strettamente connessi. Nell’ “Eneide” la morte è motivo di commozione in particolare in due differenti episodi: la morte di Anchise e il suicidio di Didone. Per Virgilio la morte è un ineluttabile evento deciso dal Fato che provoca inevitabilmente dolore. Ovidio nelle “Metamorfosi” tratta del tema del mutamento che molto spesso avviene proprio a causa della morte. Essa, dunque, non è motivo di sofferenza, ma opportunità di cambiamento. Nel libro III la bella Eco è punita da Giunone con la perdita della voce. Ella si innamora di Narciso, il quale, a causa dell’impossibilità di Eco di comunicare, respinge la giovane. Eco così muore consumata dal suo stesso amore fino a ridursi in una voce senza corpo. Lo stesso Narciso si innamora della sua immagine riflessa in una fonte e incapace di allontanarsi dalla sorgente muore e il suo corpo si trasforma in un fiore.

Nessun commento:

Posta un commento

STEP #25 Dialogo

La giovane Alex, protagonista della serie “ Appuntamento conla morte ”, a seguito dell’improvvisa scomparsa dell’amica Phoebe, si ritrova ad...