Visualizzazioni totali

martedì 26 maggio 2020

STEP #20 "Leopardi sulla morte"

"Giacomo Leopardi" di A. Ferrazzi, . Olio su tela, Recanati, Palazzo Leopardi.

La concezione leopardiana della morte si lega perfettamente alle sue teorie pessimistiche riguardanti l’esistenza dell’uomo. Se per Leopardi la vita è contrassegnata da una inevitabile sofferenza, la morte viene vista come la cessazione di quest’ultima. Nello “Zibaldone di pensieri”, Leopardi parla della morte mediante un parallelismo con il sonno.

“L’uomo non si avvede mai precisamente del punto in cui egli si addormenta, per quanto voglia procurarlo. Ora il sonno non è il fine della vita, ma certo un interrompimento, e quasi un’immagine di esso fine; e se l’uomo non può sentire il punto in cui le sue facoltà vitali restano come sospese, molto meno quando sono distrutte. Forse anche si potrà dire che l’addormentarsi non è un punto, ma uno spazio progressivo più o meno breve, un appoco appoco più o meno rapido; e lo stesso si dovrà dir della morte. Di più è certo che i momenti i quali precedono immediatamente il sonno, e il punto o lo spazio dell’addormentarsi definitivamente (sebbene impercettibile), è dilettevole. Questo quando anche la cagione del sonno, come il languore, il travaglio, la malattia, la semplice debolezza, non siano dilettevoli, anzi l’opposto; e però i momenti più lontani dal sonno siano penosi. Anzi anche il letargo proveniente da infermità, anche mortale, è dilettevole.

[…]

Se la morte e il sonno siano un punto o uno spazio, non si ricerca riguardo a quei momenti nei quali l’uomo conserva ancora una cognizione di se, che va scemando a poco a poco, giacchè questo non si dubita che non sia uno spazio progressivo, ma riguardo al tempo non sensibile, nè conoscibile, nè ricordabile. Il quale pare che debba essere istantaneo, giacchè il passaggio dal conoscere al non conoscere, dall’essere al non essere, dalla cosa quantunque menoma al nulla, non ammette gradazione, ma si fa necessariamente per salto, e istantaneamente.

[…]

E il momento della morte, e quelli che immediatamente la precedono sono assolutamente momenti di riposo e di ristoro, tanto più pieno e profondo quanto maggiori sono le pene che conducono a quel passo.”. – Brevi passi estrapolati dallo “Zibaldone”.

Leopardi in queste brevi righe spiega come, in accordo con la sua teoria del piacere, il sonno e la morte racchiudono in sé un momento di torpore e rilassatezza, un attimo nel quale si prova una sensazione di benessere che è proporzionale ai dolori della vita. Maggiori sono le sofferenze a cui abbiamo assistito, maggiore sarà il rasserenamento l’istante prima della morte. Leopardi sottolinea, infatti, come il sonno, visto come una lieve simulazione di morte, ci porta tranquillità in momenti difficili, facendoci volgere il pensiero lontano dai mali che attanagliano la nostra esistenza.

Leoperdi ritorna su questo argomento nel “Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie”, testo delle “Operette Morali”, di cui ho parlato in questo post.


(Fonti: https://squaderno.altervista.org/2015/12/08/cosa-si-prova-in-punto-di-morte-secondo-leopardi-2/,https://www.letteratour.it/altro/A01_letteratura_e_morte.asp#leopardi)

Nessun commento:

Posta un commento

STEP #25 Dialogo

La giovane Alex, protagonista della serie “ Appuntamento conla morte ”, a seguito dell’improvvisa scomparsa dell’amica Phoebe, si ritrova ad...