"Verità per Giulio Regeni". Manifesto della campagna di Amnesty International |
25 Gennaio 2016, Giulio Regeni, ricercatore e studente dell’Università
di Cambridge, viene sequestrato al Cairo. Tra il giorno del rapimento e il 2
Febbraio 2016, Giulio subisce atroci torture. Il corpo del giovane ricercatore
fu ritrovato in un fosso lungo l’autostrada di Alessandria con numerose
fratture ossee riscontrate in mani, piedi, costole, entrambe le gambe, le
scapole, braccia e denti, nonché ferite inferte con coltelli e punteruoli e
bruciature. Giulio è morto a causa di un forte colpo che ha causato la rottura
di una vertebra cervicale.
Giulio si trovava in Egitto per condurre una ricerca sui sindacati
indipendenti egiziano. Regeni fu torturato e ucciso poiché ritenuto una spia e
fu tradito dal capo degli ambulanti che ha venduto informazioni sul ragazzo ai
servizi segreti civili. A 4 anni dal brutale omicidio del giovane, ancora oggi
non sono chiari i mandanti del suo assassinio e, in particolar modo, i motivi,
tra i vari depistaggi e l’omertà da parte della National security egiziana. C’è
stata una trascurabile volontà di collaborazione da parte dell’Egitto solo a
seguito di una dura rottura con lo Stato italiano. Questo buon proposito di
collaborare fu ben presto abbandonato una volta riallacciato il rapporto
diplomatico con l’Italia.
Nonostante le reticenze del Cairo, nel Dicembre del 2018
avviene la svolta: la Procura di Roma iscrive nel registro degli indagati 5
militari egiziani. Nel 2019 un supertestimone che rivela di aver sentito un
poliziotto del Cairo raccontare del sequestro ed uccisione di Giulio.
Sul Corriere, Giovanni Bianconi scrive: “Il coinvolgimento
delle autorità di sicurezza egiziane può dunque essere considerato
ragionevolmente certo. Resta da capire il movente dell’arresto-rapimento, delle
torture inflitte nel corso della detenzione e della scelta di uccidere il
prigioniero. I sospetti ci sono, ma dare corpo a idee e supposizione per poi trarne
delle conseguenze (processuali e non solo) è necessaria la collaborazione
dell’Egitto.”
Quindi, dopo quattro anni, il triste e ingiusto omicidio di
Giulio resta un vergognoso mistero. Paola e Claudio Regeni, genitori di Giulio,
a gran voce combattono tenacemente ogni giorno una battaglia per la verità,
sollecitando costantemente lo Stato italiano affinché adotti misure più dure
nei confronti dell’Egitto.
Sulla vicenda di
Giulio Regeni, la Repubblica ha realizzato un docufilm che ripercorre i nove
giorni del giovane al Cairo. Di seguito è riportata la prima parte.
Le altre parti del documentario inchiesta sono presenti sul
sito di Amnesty International
(Fonti:https://www.lifegate.it/persone/news/giulio-regeni-storia-verita,
https://www.osservatoriodiritti.it/2020/01/24/giulio-regeni-chi-era-spia-morte-torture-amnesty-libro/,
https://www.corriere.it/cronache/20_gennaio_24/giulio-regeni-silenzi-depistaggi-cosi-l-egitto-ha-bloccato-l-indagine-7baffc4c-3e8e-11ea-8542-4d802b9e331b.shtml,
https://it.wikipedia.org/wiki/Omicidio_di_Giulio_Regeni)
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