La costruzione di un veicolo aerospaziale è un processo che coinvolge le menti di molti ingegneri. Durante i collaudi dei mezzi aerospaziali e durante le stesse missioni spaziali sono avvenuti incidenti mortali a causa di errori ingegneristici.
Nel 28 gennaio 1986 è avvenuto il tragico incidente dello Space Shuttle Challenger. Esso fu distrutto dopo 73 secondi di volo. Durante il decollo c’è stato un mal funzionamento dell’O-ring, un anello di elastomero utilizzato come sigillo. A seguito della rottura di una saldatura tra due sezioni della Solid Rocket Booster. Il foro doveva essere chiuso dall’O-ring primario, rovinato però dal gelo. Inoltre, a causa del guasto è stato bloccato anche l’O-ring secondario.
Persero la vita in questa missione Dick Scobee, Michael John Smith, Judith Resnik, Ellison Onizuka, Ronald McNair, Gregory Jarvis, Christa McAuliffe. Inizialmente, la cabina dell’equipaggio si separò dalla parte restante del veicolo. Probabilmente i membri della squadra erano coscienti al momento della rottura. La cabina impattò nell’oceano a 333 km/h he impedì la sopravvivenza dell’equipaggio.
L’ingegnere in questo caso non ha solo l’impegno di svolgere bene il suo lavoro per questioni professionali, ma anche per dovere morale, nel rispetto di chi ha perso e potrebbe perdere la vita nel tentativo di esplorare lo spazio.
(Fonti: https://scienze.fanpage.it/astronauti-morti-per-portarci-sulla-luna-chi-sono-le-vittime-delle-missioni-apollo-e-gemini/,https://it.wikipedia.org/wiki/Space_Shuttle_Challenger, https://it.wikipedia.org/wiki/O-ring)
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